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Gin Pugliese: Guida 2022 A Una Realtà Dalle Mille Sfumature

gin pugliese

Non solo gin, ma gin pugliese. Se hai un po’ di familiarità con gli alcolici, saprai che all’interno della regione sono sempre di più le aziende produttrici di questo distillato, grazie a ricette e materie prime in grado di valorizzare le risorse del luogo.

Tuttavia, in pochi conoscono le origini della bevanda, nata dalla perizia dei monaci della Scuola Medica Salernitana e perfezionata in Olanda. All’inizio era un antidoto fai da te da utilizzare durante i viaggi e sfruttava le proprietà curative ad ampio spettro del ginepro, da cui lo spirit prende il nome.

Solo in seguito ha trovato apprezzamento nel Regno Unito (dove era considerato pane per i poveri) e nel resto del mondo, cambiando totalmente veste. Da preparato medicinale è diventato uno dei must have di bar e pub, con cui ogni barman si confronta quotidianamente nella realizzazione dei cocktail.

Oggi le parole d’ordine nel settore sono qualità e varietà, soprattutto per le realtà locali della Puglia. L’obiettivo è ottenere prodotti che esaltino il valore del territorio e delle risorse, oltre ad alzare il livello dell’offerta nei locali dedicati all’intrattenimento e al ritrovo.

Se vuoi saperne di più, continua a leggere: nelle prossime righe scoprirai non solo le varietà disponibili nella regione, ma anche le fasce di prezzo e le peculiarità, per permetterti di fare acquisti consapevoli.

Classifica: quale sarà il miglior Gin pugliese?

Di seguito, prima di proseguire, abbiamo preparato una lista dei migliori Gin pugliesi in circolazione: chissà che, tra questi, non si nasconda il tuo prossimo gin preferito! 

  • Gin di Puglia (trova la tua bottiglia)
  • Gin Zeronegativo (trova la tua bottiglia)
  • Gargano Dry (trova la tua bottiglia)
  • SEIMILAMETRIQUADRI – Lu Lentu (trova la tua bottiglia)
  • Muma Gin (trova la tua bottiglia)

i migliori Gin pugliesi

gin di puglia

gin di puglia
5/5

gin zeronegativo

gin zeronegativo
3.8/5

gargano dry

gargano dry
3.6/5

seimila metri quadri

seimilametriquadri lu lentu
3.6/5

Gin prodotto in Puglia: tipologie e particolarità

Prima di passare al prodotto locale, tieni presenti alcune considerazioni di carattere generale, valide indipendentemente dalla provenienza del prodotto finale.

Le componenti di questo alcolico sono tutte di origine agricola (possibilmente bio), pertanto un ottimo distillato parte da un’accurata scelta delle materie prime.

Nel gin pugliese, a differenza del gin sardo o del gin toscano, non è prevista l’infusione in alcool acquistato tramite i canali industriali, ma solo auto-prodotto nelle stesse aziende o, al limite, reperito presso piccoli fornitori di fiducia. Per una bevanda di ottima qualità la base di partenza è il grano nelle sue varietà autoctone più antiche, vero e proprio vanto della regione.

Altra peculiarità interessante è la macerazione di frutti, fiori, erbe, rizomi in olio d’oliva, parte integrante del processo di distillazione. Anch’esso è ottenuto da raccolti e spremiture in loco, senza uso di additivi e conservato in modo da non subire l’attacco di luce, umidità e agenti atmosferici.

Tuttavia la sua aggiunta è finalizzata non soltanto allo stazionamento delle spezie negli alambicchi: al momento del consumo permette di ripulire il palato da ogni residuo di cibo, ad ogni sorso. Per garantirti un risultato ottimale la scelta delle migliori aziende ricade su blend studiati appositamente a questo scopo.

Ma c’è un ingrediente che non può mancare nella ricetta ed è il ginepro, uno dei simboli del Mediterraneo. In Puglia se ne trovano gli arbusti in parecchie aree verdi, anche allo stato spontaneo. Generalmente si utilizzano le bacche, ricchissime di oli essenziali dalla forte componente aromatica.

gin pugliesi

Naturalmente alla versione base dello spirit si affiancano diverse varianti, distinguibili per il loro bouquet. Già durante la prima distillazione la composizione di erbe, spezie e cortecce può cambiare a seconda dell’aroma che si vuole esaltare. I botanicals più apprezzati e inseriti nella formulazione insieme agli altri ingredienti sono:

  • radice di liquirizia;
  • coriandolo di Foggia;
  • foglie o legno di ulivo;
  • timo;
  • menta;
  • salvia;
  • origano;
  • basilico;
  • scorze di agrumi;
  • chiodi di garofano;
  • cannella in stecche;
  • calendula;
  • anice stellato;
  • acqua di mare purificata;
  • luppolo;
  • angelica;
  • pomodoro (essiccato o fresco);
  • giaggiolo (detto anche ireos);
  • pane di Altamura;
  • mandorla di Toritto;
  • carota di Polignano;
  • camomilla;
  • piccole quantità di carruba, zucchero o miele (opzionale).

Il mastro distillatore sceglie alcune delle materie prime che figurano nella lista appena fatta e le combina in base alle potenzialità di riuscita dell’abbinamento. Le percentuali dei componenti vengono definite solo dopo una lunga serie di prove.

Queste ultime sono orientate all’elaborazione di una ricetta ripetibile e all’ottenimento di una gradazione alcoolica in linea con gli standard richiesti per i superalcolici (minimo 37,5% in volume; solitamente oscilla tra 43% e 45%).

Gin pugliese affinato

È una bevanda da intenditori e merita un breve cenno a parte. Quando si sceglie di destinare parte della produzione all’invecchiamento, il punto di partenza è la fase finale della seconda distillazione.

Dopo che i botanicals e il primo estratto alcolico sono stati in infusione in olio extra-vergine di oliva, la miscela viene filtrata e conservata in piccole botti.

Generalmente si tratta di barrique in legno di ulivo, di quercia o di castagno secolare opportunamente trattate, rigorosamente realizzate da artigiani di fiducia. A volte lo stazionamento del gin al loro interno segue quello del vermouth, ma non è la regola: certo è che, dopo l’affinamento, la bevanda acquista note meno pungenti e più rotonde, pur mantenendo un gusto deciso.

Dopo un periodo di almeno 45 giorni, il preparato è pronto per una terza distillazione e, infine, per l’imbottigliamento. Quest’ultima fase viene gestita a mano: l’esiguo numero di unità in uscita o, al massimo, di piccoli lotti, non giustifica l’investimento in macchinari e automazione.

Come scegliere i gin pugliesi?

La risposta è: dipende dalle tue preferenze personali e da come intendi utilizzarli.

gin di puglia

Se ami i distillati dry, la bevanda giusta per te è quella non sottoposta ad affinamento; se, invece, i sapori troppo pungenti non fanno al caso tuo, investi su una Riserva o, comunque, su una bottiglia di gin invecchiato. È perfetta anche per il consumo in purezza o come idea regalo per parenti o amici che apprezzano i prodotti di nicchia.

Per l’uso nella preparazione dei cocktail, dovrai scegliere una base che armonizzi tutti gli ingredienti della ricetta. Per un Gin Tonic, un Gin Fizz, un French 75 (con champagne), un Gin Gin Mule (ispirato al Moscow Mule, ma senza vodka) per esempio, andrà benissimo un distiller base, meglio se aromatizzato agli agrumi per esaltare le note del limone.

Se, invece, vuoi fare un Negroni, puoi puntare sul prodotto affinato o alla liquirizia per esaltare la componente dolce di bitter e vermouth. Nel caso in cui, al contrario, volessi contrastare la parte zuccherina, ti suggeriamo i gin con aroma al coriandolo, mentre per conferire qualche nota balsamica al tuo drink sono perfetti il rosmarino, il basilico e tutte le aromatiche a foglia verde.

Ad ogni modo, per riconoscere uno spirit di qualità da uno scadente gli indicatori più affidabili sono un packaging curato, un’etichetta chiara e completa e, ovviamente, l’assaggio, a prescindere dalla tipologia e dalla finalità. Anche nelle varianti aromatizzate, le note di ginepro devono risultare distinguibili: gli altri botanicals dovranno bilanciarsi di conseguenza.

Gin prodotto in Puglia prezzo

Dal momento che si tratta di un prodotto di nicchia, è impensabile spendere pochi euro per una confezione. Il gin pugliese punta all’eccellenza, come tutte le realtà non destinate alla Grande Distribuzione Organizzata: materie di prima scelta, metodi di distillazione in linea con le tradizioni artigianali, continui controlli di qualità, imbottigliamento manuale.

Per questi motivi il prezzo medio arriva intorno ai 95-100 € per litro. Se vuoi richiedere un’edizione limitata o una confezione regalo, la spesa potrebbe arrivare anche a 130-140 €/l. Alcuni produttori, comunque, offrono delle opportunità per risparmiare, ad esempio tagli prezzo in determinati periodi dell’anno e codici sconto per acquisti online o a partire da un certo numero di bottiglie.

Quanto alla pezzatura, nelle produzioni a piccoli lotti non troverai quasi mai formati da 1l, ma da 700 ml o, molto più frequentemente, da 500 ml. Alcuni produttori mettono a disposizione qualche mini-bottiglia da 40 ml, ideale come assaggio di prova o pezzo da collezione. Altra particolarità è la scelta del tappo di sughero, per una perfetta conservazione e un’apertura-chiusura facile e sicura.

Gin Puglia acquisto: cosa abbinarci

Quando compri un gin di qualità come quello pugliese puoi andare oltre il solito cliché dell’aperitivo con salatini, olive, tartine e sottaceti.

I cocktail realizzati con questo prodotto, infatti, possono diventare bevande da pasto a tutti gli effetti. Puoi dare vita ad accostamenti molto più riusciti di quelli con i vini, soprattutto in occasione di buffet in piedi ed eventi speciali.

gin di puglia prezzo

Naturalmente, puoi scegliere un abbinamento per contrasto o per affinità, a seconda dei tuoi gusti e di quelli dei tuoi ospiti. Nel primo caso dovrai stare attento a non sbilanciare i sapori, mentre nel secondo cercherai di esaltare determinate note aromatiche. Ad ogni modo, il risultato dovrà essere gradevole all’assaggio.

A tale scopo potranno esserti utili alcune considerazioni di carattere generale. In presenza di fritti o di pietanze condite con salse particolarmente grasse (ad esempio, fritto misto di mare, mozzarella in carrozza, panzerotto, maionese, carbonara con zabaione salato o cocktail di gamberetti), quasi tutte le opzioni dry sono perfette per eliminare l’eccesso di unto dal palato.

Le versioni aromatizzate al limone e con erbe assolveranno molto bene questo compito, adattandosi anche a numerosi piatti ittici. Via libera, quindi, a Vesper Martini, Gin Richey, a Gin Fizz e Gin Tonic, questi ultimi due con acqua tonica a base di melograno, di infuso di foglie di mirto o di lemongrass (meglio conosciuto come citronella).

Con il pesce sta benissimo anche il gin con aggiunta di acqua di mare purificata e specie botaniche da infuso. Puoi provarlo con tutte le portate, dall’antipasto al secondo: mousse di pesce spada o di tonno, pasta o riso allo scoglio, impepata di cozze, branzino all’isolana, salmone marinato o un bel piatto di scampi al vino bianco e prezzemolo.

Le ricette dei distiller a base di timo e origano sono molto più indicate per arrosti e piatti di carne: le sue note persistenti potrebbero coprire il sapore di pesci, crostacei, molluschi e mitili. Per lo stesso motivo, sono da dosare con cautela anche i gin al rosmarino, fortemente aromatici e sgrassanti.

Entrambi, invece, sposano magnificamente con bruschette, torte salate e pietanze a base di verdura. Lo stesso dicasi per lo spirit con pane di Altamura o quello contenente luppolo: il pairing ideale è con i salati lievitati (pizza e focaccia in primis), meglio se con qualche cubetto di ghiaccio.

A queste ultime varietà di gin puoi anche abbinare selvaggina, carni rosse e bianche con una buona componente lipidica. Ecco che petto di quaglia, petto d’anatra con aceto balsamico e alette di pollo glassate troveranno il giusto accompagnamento con un White Lady, un Long Island Ice Tea o un Gin Gin Mule.

Quanto alle note di coriandolo si addicono perfettamente alle pietanze affumicate (tra cui salmone e pesce spada), ai salumi, ai formaggi stagionati ed erborinati, al roast beef all’inglese e all’arrosto di maiale al latte. Il tocco in più? Sicuramente l’uso di un prodotto affinato in barrique, soprattutto d’inverno. Che ne dici di un Negroni?

Un capitolo a parte: i dessert

Insieme agli abbinamenti cibo-cocktail, puoi provare le ricette in cui il gin figura come ingrediente per i dolci, specialmente quello invecchiato alla mandorla tostata.

Darà un profumo ancora più gradevole a creme e pastafrolla, renderà le tue torte ancora più golose e conferirà una marcia in più ai tuoi semifreddi. Ti diamo un’idea da provare subito: il tiramisù con caffè corretto.

Se, invece, vuoi semplicemente abbinarlo a un dessert, rimani sempre su un prodotto affinato. Con i pasticciotti leccesi o le preparazioni a base di mandorle e miele, in particolare, starà benissimo un distillato aromatizzato con pane di Altamura e carota di Polignano.

Bevilo liscio, senza aggiunta di ghiaccio o di altri ingredienti: ti garantiamo che non rimpiangerai i migliori vini passiti in circolazione.

Gin prodotti in Puglia: riflessioni conclusive

Alla luce di quanto abbiamo visto, in molte parti del mondo stiamo vivendo un rilancio di questo distillato.

i migliori gin pugliesi

La Puglia non fa eccezione e, nell’ultimo decennio, sta utilizzando le proprie risorse in modo intelligente per promuoverne un consumo di qualità nei locali di ritrovo e nelle nostre case.

Almeno per il momento, la finalità non è certo ottenere un’impennata delle vendite. Se così fosse stato, i produttori avrebbero puntato fin da subito all’industrializzazione della filiera e alla proposta della bevanda su vasta scala. Al contrario, le quantità in uscita si limitano a qualche migliaio di esemplari annui, insufficienti per garantire un ritorno economico consistente.

Ciò a cui mirano i mastri distillatori è, piuttosto, offrire un’esperienza emozionale, che comunichi al pubblico un forte legame con il territorio e le tradizioni. Un modo per far scoprire attraverso tutti i canali sensoriali l’anima di questa terra tanto antica quanto affascinante.

Insieme a olio extravergine di oliva, pane di Altamura, mandorla di Toritto, carota di Polignano e tante altre eccellenze eno-gastronomiche, il distiller pugliese sta diventando uno dei prodotti di punta. Birrifici ed enoteche si sono organizzate per promuoverlo e orientare i consumatori a una scelta di alto livello.

A vivere questa avventura sono perlopiù imprenditori già avviati. Quasi mai iniziano da soli: si riuniscono per mandare avanti il progetto, talvolta uniscono i capitali e, contemporaneamente, gestiscono in parallelo la loro attività di partenza.

Si dedicano a un’accurata ricerca delle materie prime e trovano soluzioni per far fronte alle fluttuazioni stagionali, soprattutto quando c’è in ballo l’utilizzo di presidi Slow Food. Acquistando un gin pugliese, quindi, avrai la certezza di dare il tuo contributo all’economia della regione.

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